MKnights_lg       

 

 

(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 110

 

 

PROFESSIONE ASSASSINO

 

 

PROLOGO

 

 

            La ragazza entra nell’appartamento dalla terrazza. Il suo fisico è snello, come quello di una modella. Indossa un top rosso, un perizoma nero e stivali rossi alti fino al ginocchio, i lunghi capelli neri sono mossi dal vento, il volto è completamente bianco come i volti degli attori del teatro kabuki.[1] 

A tracolla ha un arco ed una faretra; in una fondina appesa alla schiena a porta una lunga lama che un esperto identificherebbe come una naginata corta in versione femminile, una lama da samurai a e del samurai lei si considera la versione femminile anche se probabilmente il termine più giusto per definirla è: kunoichi, una ninja femmina.

            Si muove con disinvoltura nell’appartamento illuminato solo dalla luce della luna e comincia a spogliarsi lasciando le varie parti del costume sul letto, poi si sfila una parrucca rivelando capelli ugualmente neri ma più corti. Depone la parrucca su un comò; quindi, nuda, entra in bagno. Davanti ad uno specchio si deterge con pazienza il pesante trucco sul viso rivelando il volto di una giovane giapponese sulla ventina.

-E così, sei stata tu, proprio, come immaginavo.-

            A parlare è stata una ragazza che se ne sta sulla soglia. I suoi tratti somatici la identificano come euroasiatica, la lunga chioma corvina le ricade sulla schiena, indossa un abito a scacchi in due pezzi con una gonna lunga fin quasi alle caviglie ma con ampi spacchi laterali ed al collo porta un crocefisso.

            L’altra donna, si volta verso la nuova arrivata e non si mostra né sorpresa dalla sua presenza né imbarazzata dal suo essere nuda. Le sorride e replica:

-Mia cara, tu hai rifiutato di seguire il sentiero della vendetta e qualcuno doveva pur farlo al posto tuo.-

 

 

1.

 

 

            Il luogo è El Paso, capoluogo dell’omonima Contea del Texas, una città situata sulla riva americana del Rio Grande che evoca ricordi del Vecchio West, di sparatorie e uomini violenti.

            L’uomo si chiama John Marshall Muldoon, ma preferisce farsi chiamare Texas Jack proprio come un eroe del vecchio West. Per quanto il suo stile di vestiario lo faccia sembrare quasi come se fosse uscito da una stampa d’epoca, Texas Jack è un uomo moderno, un imprenditore di successo ed oggi ha un particolare motivo per essere qui, lontano dalla sua Dallas.

-Ho intenzione di acquistare la maggioranza delle azioni della Roxxon.- dice all’uomo seduto davanti a lui ad una scrivania di quercia.

            Il posto è la sede locale della Roxxon Energy Corporation e l’uomo con cui Texas Jack sta parlando è il Direttore delle Operazioni nel Golfo del Messico di quella compagnia e si chiama David Walsh.

 -Beh, Mr. Muldoon…- replica -… la sua è un’idea interessante ma immagino che lei sia consapevole che per raggiungere il suo scopo dovrà presentare un’offerta pubblica di acquisto ed anche se il Consiglio fosse favorevole, potrebbe comunque trovare dei competitori agguerriti con il suo stesso obiettivo.-

-Come la Kronas o la Oracle, lo so, ma sono pronto a combattere. Mi piace combattere e confido che gli azionisti preferiranno la mia offerta.-

-Io di sicuro apprezzo la sua franchezza e riferirò la sua proposta ai miei superiori senza pregiudizi.-

            Una giovane donna si affaccia sulla soglia dell’ufficio e dice:

-Mi scusi, Mr. Walsh, ma se non ha più bisogno di me, io andrei.-

-Ma certo Louise, vada pure. Ci vediamo domattina alle nove.- replica Walsh poi dà un’occhiata all’orologio e si rivolge al suo ospite -Effettivamente, si è fatto tardi, che ne dice di continuare il nostro discorso a cena, Mr. Muldoon? Una cena di lavoro detraibile dalle tasse, ovviamente?-

-Che non dico mai di no ad una buona bistecca con contorno di patatine fritte.- risponde Texas Jack

 

            Un uomo dai capelli scuri come il vestito che indossa e gli occhi nascosti da occhiali con lenti a specchio entra in un appartamento nel palazzo di fronte alla sede della Roxxon. Ad attenderlo ci sono una donna bionda che indossa un maglione dolcevita nero e pantaloni di pelle dello stesso colore ed un uomo dai lunghi capelli castani che sta pulendo un fucile di precisione.

-Spero che tu abbia portato le birre, Hunter.- dice quest’ultimo.

-Ho avuto altro da fare che pensare alla tua sete, Ferris.- replica in tono duro l’uomo di nome Max Hunter -E per quello che devi fare ci servi sobrio.-

-Risultati della tua ricognizione?- chiede la bionda.

-Tutto a posto, Kestrel. Sembra che almeno per ora le autorità non abbiano idee su chi ha combinato il casino al motel.[2] A quanto pare, Phil Dexter è sopravvissuto. Mi piacerebbe chiudergli il conto.-

-Lo faremo se ne avremo l’occasione.- ribatte la donna che si fa chiamare Kestrel -Al momento sono più preoccupata dal fatto che è evidente che qualcuno è al corrente della nostra presenza qui e forse anche del perché. Dovremo tenere gli occhi aperti.-

-Tanto per cambiare.- commenta Hunter.

 

            La giovane donna con il tesserino del New York Police Department appeso al risvolto del suo giubbotto di pelle si rivolge al Medico Legale:

-Il suo verdetto, Dottoressa?-

-È stata la stessa mano indubbiamente.- risponde la donna in questione -E le modalità sono le stesse, quindi temo che dobbiate rassegnarvi: c’è in giro un serial killer di prostitute di lusso molto abile nello sparire dalle scene del crimine senza lasciare tracce infischiandosene delle porte chiuse. Forse è un superumano. Le hanno dato una bella gatta da pelare, Detective Dolan.-

-Ci sono abituata, Dottoressa Quincy, ci sono abituata.- replica, sospirando, Stacy Dolan.

 

 

2.

 

 

            Il luogo è la cittadina di Ciudad Juárez che si trova sulla sponda messicana del Rio Grande (Rio Bravo del Norte per i Messicani) nello Stato di Chihuahua, sul lato opposto a El Paso a cui è collegata da ben quattro ponti in uno dei più articolati confini internazionali del mondo.

Se El Paso è una città relativamente tranquilla, lo stesso non può dirsi di Ciudad Juárez, divenuta tristemente famosa per gli omicidi di giovani donne avvenuti tra il 1993 ed il 2003, circa un migliaio secondo alcune stime, meno della metà secondo altre. Per anni Juárez, come, semplicemente, la chiamano gli abitanti, è stata il teatro di feroci guerre tra i cartelli della droga che hanno spinto il governo federale messicano ad inviare perfino l’esercito per ristabilire l’ordine, una cura drastica ma apparentemente efficace.

L’afroamericano che ha appena parcheggiato la sua auto in una delle vie di Juárez non è il tipo che passa inosservato e non solo per il colore della pelle o la benda sull’occhio sinistro. Basta guardarlo, vedere come si muove per capire immediatamente che un è tipo pericoloso, uno a cui è meglio non dare fastidio.

Anche la ragazza che è con lui non passa inosservata: biondissima, pelle chiara, camicetta annodata sul seno, shorts di Jeans e stivaletti, un modo di vestire tipico di certe zone del Profondo Sud degli Stati Uniti che è chiamato il look della figlia del fattore reso popolare dal fumetto Li’l Abner e dal telefilm Hazzard. Quasi certamente è minorenne, non che la cosa crei problemi particolari in uno Stato dove l’età legale per fare sesso è 12 anni, una delle più basse del mondo. Coloro che incrociano lo sguardo duro dell’uomo comprendono, però, senza margine di errore, che è meglio non farsi strane idee sulla ragazzina se non si vuole pentirsene amaramente.

Quando vedono l’uomo e la ragazza avvicinarsi ad un certo portone i presenti sono certi di non essersi sbagliati: nessuno, a parte i Federales e la Policia oserebbe avvicinarsi alla casa di Gilberto Alcantara senza essere stato invitato o essersi portato dietro un esercito.

Una porta si apre ed il nero e la ragazzina bianca entrano. Hanno fatto solo pochi passi che una voce in un Inglese fortemente accentato dice:

-Dammi una sola ragione per cui non dovrei fatti saltare la testa, gringo.-

            La voce appartiene ad un uomo anziano dai folti baffi grigi che si fa avanti spalleggiato da uomini armati che puntano le loro armi contro i nuovi arrivati.

            Il nero non sembra scosso e si rivolge al padrone di casa con voce apparentemente tranquilla:

-Non fare la commedia, Gilberto. Mi hai riconosciuto o non mi avresti fatto entrare e sono certo che sei curioso di sapere perché ti ho cercato.-

            L’uomo fa cenno ai suoi sgherri di abbassare le armi e si rivolge di nuovo al nuovo arrivato:

-In effetti, Carter, mi chiedevo proprio perché sei qui e per giunta in compagnia di una ragazzina che ha l’età per essere tua figlia ma evidentemente non lo è. Non mi sembravi il tipo da fartela con una minorenne.-

-È una lunga storia.- replica Rufus Carter.

-Lo immagino. Lavori sempre per la C.I.A. o sei ancora nel giro dei combattimenti clandestini?-

-Nessuna delle due cose, anche se ogni tanto qualche incontro mi capita di farlo. Diciamo che lavoro per un agenzia privata che si occupa di… questioni di sicurezza.-

-Definizione interessante e la bambina cosa c’entra?-

-Non sono una bambina.- protesta la bionda.

            Gilberto Alcantara, leader di un potente cartello della droga, scoppia a ridere divertito.

-Oy, esto es muy claro, niña.- replica squadrandola con aria da intenditore.

            La ragazza si sente decisamente imbarazzata da quello sguardo ma ancor più da quello degli sgherri di Alcantara. La stanno spogliando con gli occhi ed è abbastanza ovvio che la vorrebbero spogliare veramente e farle di peggio, ma basta uno sguardo del loro boss perché capiscano che è meglio togliersi certe idee dalla testa se si vuole continuare a tenerla attaccata al collo.

-Lei è Sally-Anne.- spiega Rufus -L’ho aiutata a scappare dal padre. Un bastardo che la violentava fin da quando era davvero una bambina.-

-Cabron. Continua.-

-Non c’è molto altro da dire: quel bastardo l’ha rintracciata a El Paso, ma ha commesso l’errore di scontrarsi con la gente sbagliata ed il risultato è stata una sparatoria in cui i suoi amici sono morti e lui è a malapena riuscito a darsela a gambe.-

-Ne ho sentito parlare: è avvenuta in un motel e ci sono due americani morti ed uno ferito grave. Le notizie viaggiano veloci anche da questa parte del confine. Non dirmi che sei stato tu.-

-Non stavolta ma Io e Sally-Anne ne abbiamo approfittato per scappare e siamo arrivati qui.[3] Ora, però, io devo tornare a El Paso per sistemare un affare… un affare molto pericoloso, troppo pericoloso per portare con me anche lei. Prima di tornare in Texas, quindi, devo essere certo che sia al sicuro. Con te so che lo sarà.-

-Per difenderla dai lupi la affidi ad un lupo ancora più feroce? Mi piace il tuo stile, amigo. Muy bien: in nome del nostro vecchio debito, hai la mia parola che chiunque dovesse provare a toccarla sarà un uomo morto, compresi i miei stessi hombres.-

-Mi fido di te.-

            La ragazza di nome Sally-Anne si rivolge sussurrando a Rufus:

-Questi uomini sono gangsters e lui è il loro capo, non è vero?-

-Gilberto Alcantara è il capo di un cartel, sì.- replica lui -Ha le mani in pasta nel traffico di droga e di esseri umani nei due lati del confine.-

-Hai degli amici strani.-

-E non li hai ancora conosciuti tutti. Non devi preoccuparti, però: Gilberto è spietato ma è un uomo di parola e si ritiene in debito con me. Con lui sarai al sicuro fino al mio ritorno… e se non dovessi tornare…-

-Non dirlo! Tornerai!-

            Me lo auguro anch’io, pensa Rufus Carter.

 

            La scena ha del surreale: l’antieroe mezzo giapponese e mezzo canadese chiamato Daken e la giovane ninja della Mano che si fa chiamare con lo strambo nome di Cherry Blossom sono avvinghiati in un torrido bacio mentre intorno a loro si fronteggiano altri killer della sinistra setta giapponese ed alcuni membri del supergruppo canadese noto come Alpha Flight.

            Come suo padre, l’X-Man chiamato Wolverine, anche Daken è un mutante e non solo per il fattore di guarigione e gli artigli estraibili dai polsi, ma anche per il controllo che ha sui feromoni che gli permette di alterare gli stati d'animo altrui per generare o reprimere emozioni. In questo caso ha soppresso i sentimenti negativi di Cherry Blossom ed alimentato l’attrazione sessuale nei suoi confronti.

-Tattica interessante.- commenta Puck divertito.

-Disgustosa, direi.- replica Vindicator con una smorfia.

            Improvvisamente Daken sfodera i suoi artigli e li affonda nella schiena di Cherry Blossom che si affloscia tra le sue braccia mentre la sua maglietta bianca si colora del rosso del suo sangue.

-Che cosa hai fatto?- esclama Vindicator.

-Questo non è un gioco.- ribatte Daken lasciando scivolare a terra la ragazza.

            Heather McNeil sospira poi si rivolge agli altri assassini della Mano presenti:

-Stanno per arrivare gli altri miei compagni di squadra, per tacere delle forze della polizia locale e della RCMP.[4] Siete in un chiaro svantaggio numerico, quindi. Vi chiedo ancora una volta di arrendervi e vi ripeto che sarete trattati con giustizia.-

            Non c’è risposta e nemmeno lei se l’aspettava si prepara a combattere ancora affiancata da Puck e Daken quando le cose cambiano in modo inaspettato: uno sparo ed uno dei ninja cade, poi tocca a Lady Gorgon. Anche quello chiamato Shibou è colpito ma si rialza subito e dice una sola parola:

-Andiamo.-

            Una strana nebbia sale dal suolo e li avvolge tutti. Quando si dissipa sono scomparsi.

-Torneranno.- sentenzia Daken.

-Hanno perso tre dei loro.- commenta Puck.

-Non è detto. Inochi possiede il tocco della vita e può guarirli tutti, per questo il misterioso cecchino ha colpito lui per primo e per questo Shibou ha preferito scappare: se suo fratello Inochi è ancora vivo, allora anche gli altri vivranno.-

-Tu lo sapevi?- chiede Vindicator.

-Sapevo chi era Inochi e quali erano i suoi poteri ma non ci ho pensato quando ho colpito Cherry Blossom, se è questo che speravi che ti dicessi, tesoro.-

-Mi chiedo chi sia stato a sparare.- borbotta Puck -Non uno dei nostri o si sarebbe fatto già vivo e poi avrebbe atteso l’ordine di Heather.- si rivolge a Daken -Tu sembravi sicuro che conoscesse poteri e debolezze dei ninja. Sai chi è?-

-Ho solo un sospetto.- risponde il figlio di Wolverine -E se ho ragione, lui o lei verrà presto a cercarmi.-

 

            Una donna afroamericana dalla pettinatura rasta che indossa una succinta calzamaglia verde si mette a tracolla il fucile da cecchino con cui ha appena sparato e scende dalla collinetta che ha eletto a sua temporanea postazione.

            In un paio di minuti è alla sua moto, la inforca e si allontana rapidamente. Quando la polizia arriverà lei sarà già molto lontana e nemmeno gli Alpha Flight potranno rintracciarla.

            Un lieve sorriso le increspa le labbra mentre pensa a quando lei e Daken si incontreranno.

 

 

3.

 

 

            Attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti può essere molto complicato per un messicano in cerca di una vita migliore ma è quasi uno scherzo per un cittadino americano che ha un regolare passaporto. Il fatto che il passaporto sia un ottimo falso non ha questa grande importanza dal momento che è in grado di superare i controlli più accurati.

            Dopo essersi accertati che non porti con sé qualche chilo di droga o un paio di clandestini nascosti nel bagagliaio, le guardie di frontiera americane consentono finalmente a Rufus Carter di rientrare in Texas.

            A quanto pare, i federali non hanno ricevuto nessuna segnalazione su un nero senza un occhio che potrebbe essere coinvolto in una sparatoria in un motel, il che è strano. Le autorità locali sono piuttosto gelose della loro autonomia ma devono aver messo in conto la possibilità di una fuga oltre confine vista la sua vicinanza. Lui ha preso la precauzione di sostituire la benda con un occhio di vetro ben occultato dagli occhiali da sole ma anche così… certo non si aspettano che l’eventuale ricercato tornasse così presto, eppure…

            Rufus chiama un certo numero.

<<Mr. Carter, era ora che si facesse vivo.>> chiede una voce di donna.

-Sto bene, grazie dell’interessamento, Miss Raven.- è la sarcastica risposta -Mi aggiorni sulla situazione.-

<<Da dove cominciare? Forse le interesserà sapere che Mr. Dexter è ancora vivo, anche se in condizioni critiche.>>

-In effetti, mi interessa. Suppongo che sia ricoverato nell’ospedale universitario, il migliore della zona.-

<<Esattamente. Ovviamente è piantonato e non solo perché coinvolto in un conflitto a fuoco che ha fatto due morti. Hanno scoperto che le sue impronte sono classificate.>>

-Come le mie, buono a sapersi. Adesso, però sono rimasto solo e non sarà facile gestire la situazione.-

<<L’Agente Elder sta arrivando a El Paso e l’Agente Harper dovrebbe essere già in zona.>>

-Efficiente come sempre, Miss Raven Che può dirmi dei nostri avversari?-

<<Di Max Hunter e Kestrel avevamo perso le tracce ma ieri è arrivato a El Paso Martin Ferris, ex tiratore scelto dell’Esercito che ora è sul libro paga della North Organization. Ha trovato alloggio in un appartamento intestato ad una società fittizia riconducibile dopo vari passaggi alla North.>>

-Un tiratore scelto, quindi si preparano a colpire. Speriamo ci resti ancora tempo per fermarlo.-

<<Questo, ahimè, non posso garantirlo, Mr. Carter.>>

            Ed è il principale problema, pensa Rufus. Se non altro avrà l’aiuto di agenti esperti.

 

            Il posto è uno dei migliori hotel e resort di Vancouver e la troupe in trasferta della serie televisiva “Agents of F.B.S.A.” vi ha stabilito la propria temporanea residenza in terra canadese, tutto a spese degli Imperial Studios, ovviamente.

            Il giovanotto dai tratti vagamente orientali e la testa rasata, a parte una cresta alla moicana al centro, si sta rilassando in piscina quando vede arrivare una donna dai lunghi capelli rossi acconciati a coda di cavallo e gli occhiali che indossa un severo tailleur marrone.

            Con un gesto atletico il giovane si tira sul bordo della piscina e sfoderando un sorrisetto insolente si rivolge alla nuova arrivata:

-McNeil, è un piacere vederti, anche se è un vero peccato che tu non sia in bikini, sarebbe stato più appropriato e più interessante.-

-Fai meno il buffone, Akihiro.- lo rimprovera lei.-

-E tu non fare la frigida con me, lo so che non lo sei, non è forse vero, tesoro?-

            La donna sostiene il suo sguardo e replica:

-Non fare i tuoi giochetti con me. Io… uhm… io… sono qui per dirti che gli esperti del Dipartimento H hanno esaminato i bossoli ritrovati nel luogo da cui il cecchino ha sparato e…-

-E vengono dalla stessa arma da cui sono stati sparati i due proiettili di carbonadio[5] che mi hanno quasi ucciso, non è così?-

-Esatto.- risponde lei, sorpresa.

-Lui o lei li ha lasciati apposta. Voleva che io sapessi che stavolta ha agito per salvarmi la vita.-

-E mi chiedo il perché di questo cambio di bandiera.-

-Oh sono sicuro che lo sapremo… che lo saprò presto. Ma ora non parliamo di questo ma di cose più divertenti.-

            Akihiro fa un sorrisetto ammiccante ed allunga la mano verso la donna sfilandole gli occhiali e sciogliendole i capelli.

-Così va meglio. Non capisco perché cerchi di nascondere quanto sei sexy mortificandoti con questo look da burocrate.-

            Heather McNeil si sente avvampare, stringe i pugni e si morde labbra. È colpa dello stramaledetto potere di Akihiro, non può essere altro. Le parole le escono a fatica:

-Akihiro, ti prego, non farmi questo.-

-Davvero, McNeil, pensi che ti stia costringendo a fare qualcosa che non vuoi?-

            Heather McNeil non risponde ed abbassa lo sguardo.

 

            La ragazza dai capelli biondi ed il vestito rosso che siede ad un tavolo di uno dei migliori ristoranti di El Paso potrebbe essere tante cose. Per esempio, una comune turista, oppure una escort di alto bordo che ha puntato il suo prossimo bersaglio: uno dei due uomini che siedono ad un tavolo non troppo lontano. Entrambi non sono più giovani ed entrambi sono evidentemente ricchi anche se il vecchio con l’aria da cowboy ha decisamente l’aria di essere molto più ricco.

            Difficile capire cosa si stanno dicendo i due… a meno di non avere un microfono ambientale molto potente nascosto in un orecchino ovviamente.

            Improvvisamente le cose si fanno più interessanti perché nel ristorante sono appena entrate due donne che dopo un attimo di apparente esitazione si dirigono al tavolo dei due uomini.

Senza darlo a vedere, la ragazza dal vestito rosso ascolta con attenzione quel che dicono.

<<Zoe, che sorpresa!>> esclama l’uomo più giovane <<Ti credevo fuori con le tue amiche.>>

<<Con un’amica in realtà,>> risponde la ragazza bruna sui vent’anni alludendo alla bionda con lei, di almeno una decina d’anni più vecchia <<Ti presento Karen Westland.>>

            Può anche darsi che sia il suo vero nome, ma ne dubito molto, pensa la ragazza in rosso, il cui nome è Jill Harper.

A quanto pare Kestrel si è esposta in prima persona per controllare il bersaglio e questo solleva degli interessanti interrogativi. Dovrà parlarne con gli altri appena possibile.

 

 

4.

 

 

            Heather McNeil rialza lo sguardo e le parole che pronuncia subito dopo sembra quasi sputarle.:

-Sei un bastardo, Akihiro.-

-Beh, dopotutto è proprio questo che significa Daken in giapponese.- risponde lui ridacchiando -Sto solo mostrandomi all’altezza della mia fama.-

            Una mano si posa sulla sua spalla ed una voce di donna gli dice:

-Adesso basta, Daken. Abbiamo tutti capito il punto.-

            Akihiro si volta di scatto e si trova di fronte ad una bella bruna in bikini. Nel vederla abbozza un sorriso e replica:

-Nessun problema, Vivienne, io e McNeil abbiamo solo chiarito una questioncina personale. A proposito: McNeil è così… impersonale. Posso chiamarti Heather?-

-Puoi chiamarmi come vuoi.- replica Heather pentendosene subito dopo -Ora io devo andare… devo proprio andare. Lo lascio alle sue cure, Agente Michel. Non so se le faccio un favore.-

            Heather riprende i suoi occhiali poi si volta e se ne va. Akihiro la osserva e commenta:

-Gran donna. Capisco perché mio padre fosse tanto attratto da lei ed è stato uno stupido a non essersela fatta. Un errore che non intendo ripetere.-

-In effetti, Mrs. McNeil ha ragione: sei davvero un gran bastardo, Akihiro.-

-Come ho detto, è il mio nome. Ma parliamo di te, Agente Michel: mi piace il tuo bikini ma non è ’troppo succinto? È un po’ difficile nasconderci una pistola, no?-

-Abbassa la voce, non voglio che tutti qui sappiano che sono un agente del C.S.I.S.-[6] replica seccamente Vivienne Michel -Ricordati che sono sotto copertura.-

-A me sembri piuttosto scoperta.-

-Battuta idiota. Ora vieni. Sei stato ingaggiato per proteggere Kyle Jinadu e dovresti stargli vicino invece di flirtare in giro. In teoria dovresti essere il suo ragazzo.-

-Diciamo il suo amichetto per questo weekend.-

-Come ti pare e ricordati di chiamarmi Vivian, Vivian Michaels.-

-Agli ordini. Madam.-

            I due raggiungono un tavolino a cui sono seduti una donna sui quarant’anni dai capelli rossi e corti, che indossa un costume intero, una ragazza più giovane dai capelli biondi ed un'altra dai capelli neri entrambe in bikini ridottissimi. Più discosto siede un ragazzo di colore dalla pettinatura a treccine.

-Sedetevi pure ragazzi.- li invita la rossa.

-Se non disturbiamo, Miss Storm…- replica Vivienne.

-La compagnia di una bella ragazza non mi disturba mai.- ribatte Chili Storm, Produttrice Esecutiva di “Agents of F.B.S.A.” -E scommetto che il nostro Kyle la pensa allo stesso modo di un bel ragazzo come Akihiro.-

-Non posso darti torto, Chili.- ammette Kyle Jinadu.

            La conversazione prosegue, poi Chili guarda l’orologio ed esclama:

-Oddio è tardissimo. Dobbiamo prepararci per la cena. Brie, Sally… diamoci una mossa ragazze.-

            La bionda e la bruna si alzano all’unisono con lei che aggiunge

 -Ci vediamo alle 9, gente.-

Si allontana seguita a ruota dalle due donne e Akihiro commenta:

-Se le porterà a letto tutte e due o solo la biondina?-

-Non credo che la cosa ti debba interessare.- replica Vivienne -Diamoci una mossa anche noi.-

            Pochi minuti dopo Akihiro e Kyle sono nella suite che condividono.

-Finalmente soli.- commenta Daken.

-Mi sembrava che ti piacesse la compagnia di Mademoiselle Michel ed anche quella di Mrs. McNeil.- ribatte Kyle.

-Geloso?- non ne hai motivo.- ribatte Akihiro -Non sono il tuo ragazzo. Non sono il ragazzo di nessuno e mi diverto con chi mi pare ed a questo proposito… abbiamo ancora un po’ di tempo prima delle nove, passiamolo bene.-

            Attira a sé Kyle e lo bacia. Il giovane nero risponde al bacio e si lascia condurre sul letto e spogliare. Quello che accade dopo non ci riguarda.

            Più tardi, mentre Kyle si sta rivestendo dopo la doccia, Akihiro, in accappatoio, esce sulla terrazza e dice con voce ferma:

-Vieni pure avanti, so da parecchio che ci sei.-

Dall’ombra esce una donna di colore che indossa una calzamaglia verde e dice:

-Io sono…-

-Lo so chi sei, Dakini.-

-Tu mi conosci?-

-Mi piace tenermi informato su chi lavora nel mio stesso ramo e tu sei famosa. Hai anche lavorato per l’Hydra. Eri stata pagata per uccidermi, non negarlo, ma oggi mi hai salvato la vita, perché?-

-Fuyumi Fujikawa ha messo una taglia sulla mia testa perché ho fallito nell’ucciderti.- risponde Dakini -Non intendo fuggire per il resto della mia vita dalla Yakuza ma per reagire ho bisogno di aiuto, il tuo. Se ci stai, ti porterò da lei e la faremo finita una volta per tutte.-

            Akihiro increspa le labbra in un sorriso maligno e replica:

-La tua proposta mi interessa… mi interessa molto.-

 

            L’afroamericano massiccio e calvo vestito con un elegante completo nero esce dal terminal principale dell’Aeroporto Internazionale di El Paso stringendo nella mano destra una valigia. Si avvicina ad un taxi, vi entra e dà l’indirizzo di un hotel.

            Il viaggio è relativamente rapido. Pochi minuti e l’uomo è alla reception.

-Chris Elder.- si presenta -Deve esserci una prenotazione per me.-

            L’uomo alla reception dà uno sguardo annoiato alla patente del nuovo arrivato e dice:

-Stanza 305, terzo piano. Può dare la sua valigia all’inserviente.-

-Faccio da me.- è la secca risposta.

            L’altro lo fissa e decide di non insistere. Prende una busta chiusa e l’allunga verso il cliente dicendo:

-Hanno lasciato questa per lei.-

            Chris Elder prende la busta, la infila nella tasca della giacca e borbotta:

-Grazie.-

            Senza aggiungere altro, si avvia all’ascensore e dopo pochi minuti è al terzo piano. Una volta nella stanza si toglie la giacca rivelando una fondina ascellare con annessa pistola. Non gli ha creato problemi portarla con sé. Ha il porto d’armi dello Stato di New York, la licenza di investigatore privato e la pistola è regolarmente registrata a suo nome. In ogni caso il Texas è uno di quegli Stati con la legislazione più permissiva sul possesso delle armi anche se il pericolo delle scorrerie dei Comanches è cessato da un bel pezzo.

            Elder apre la busta. All’interno c’è solo il biglietto d’invito per un locale e l’indicazione di un’ora. Ha giusto il tempo di farsi una doccia veloce ed ordinare la cena in camera ed è esattamente quello che fa.

            Due ore più tardi, fresco, riposato e sufficientemente sazio, è nel luogo indicatogli. Un buttafuori che assomiglia all’attore Danny Trejo lo blocca

-Qui si entra solo con l’invito.- dice con un pesante accento del Chihuahua,

-Ecco l’invito.- replica Elder estraendo il biglietto.

            Il buttafuori lo prende e fissa il nuovo venuto. Entrambi si squadrano a vicenda valutando le rispettive probabilità di prevalere sull’altro. Infine il buttafuori strappa un angolo del biglietto che poi restituisce a Elder facendogli cenno di entrare.

            Elder si ritrova in un ampio locale che una volta doveva essere stato un magazzino ed ora è arredato con un gusto un po’ pacchiano. Quattro o cinque ragazze, di cui una bionda ed una afroamericana, praticamente nude a parte due stelline di strass sui capezzoli ed un triangolino di stoffa sul pube, si dimenano attorno a dei pali. La musica è forte ma non al punto da dover urlare per farsi sentire., cameriere in topless si aggirano tra i tavoli. Non esattamente un locale di lusso ma nemmeno di infimo ordine. Il personale è composto quasi esclusivamente da latinos come pure buona parte della clientela ma ci sono molti bianchi o neri giunti fin lì in cerca di trasgressioni.

            Elder si guarda intorno ma non nota chi sta cercando. Passa, quindi, in un’altra sala e finalmente lo vede: un nero sui quarant’anni con una benda su un occhio che se ne sta a petto nudo su una specie di ring al centro della sala e sta combattendo contro una specie di montagna in forma umana.

            Non si tratta di un incontro regolare, è ovvio: un combattimento clandestino in cui vincere conta più del come si vince.

            Il nero compensa la minor massa muscolare rispetto al suo avversario con la maggiore agilità evitando colpi che lo avrebbero ammazzato o reso storpio. Usando praticamente solo le gambe e la conoscenza del kickboxing e di altre arti marziali riesce alla fine a stenderlo.

-Il campione è ancora Rufus Carter.- proclama l’arbitro.

            Carter balza giù dal ring e si avvicina ad Elder.

-Sei arrivato alla fine.- gli dice.

-Quando ho ricevuto il tuo messaggio non mi aspettavo di rivederti su un ring.- replica l’altro

-Dovevo un favore ad un amico, diciamo.-

-Hai degli strani amici: gangsters messicani direi.-

-L’ambiente dei servizi segreti crea strane alleanze, dovresti saperlo anche tu. Gilberto Alcantara è un buon diavolo se si è disposti a chiudere un occhio su certe sue attività… e a me riesce facile.-

-Bella battuta. Ti conviene stare attento, però: a stare troppo a lungo sul filo del rasoio si rischia di tagliarsi.-

-Me ne preoccuperò quando succederà… se succederà.-

-Cambiando discorso, devo ammettere che sei ancora in forma. Hai sistemato per bene quel tizio che era grosso il doppio di te. Se ti avesse preso ti avrebbe rotto tutte le ossa.-

            Carter sorride ammiccante e poi appoggia l’indice sull’addome di Elder dicendo:

-Mi alleno costantemente tutti i giorni. Non sono come te che hai messo su peso.-

-Questo non è grasso, sono muscoli.- ribatte l’altro.

-Certo, certo.- Rufus torna improvvisamente serio -Sono contento che sei qui. Con Dexter fuori combattimento, avrei avuto problemi a fare tutto da solo.-

-Te la saresti cavata in qualche modo.- taglia corto Elder -Qual è il tuo piano?-

-Al momento, bermi una tequila, mi fai compagnia?-

            Elder sbuffa poi segue Carter sino ad un vicino tavolo.

 

            Kyle Jinadu esce dalla sua suite e percorre il corridoio fino all’ascensore. Ha appena premuto il pulsante di chiamata che è affiancato da una bella donna dai capelli neri che gli chiede a bruciapelo:

-Dov’è Akihiro?-

-Ha ricevuto la visita di una donna, hanno parlato per un po’ poi lui ha messo il suo costume di Daken e l’ha seguita.-

-Questa donna… può descrivermela?- chiede ancora Vivienne Michel.

-Posso fare di meglio: le ho scattato una foto con il cellulare. Guardi.-

            Vivienne osserva la foto, la scansiona con il proprio cellulare e lo invia al database del C.S.I.S. ed a quello del Dipartimento H.

            Mentre aspetta la risposta, l’ascensore arriva e lei e Kyle lo prendono. Quando le porte si aprono sulla hall Vivienne riceve il segnale di arrivo di un messaggio. Guarda il cellulare e borbotta:

-Dakini… brutta faccenda -

-Che succede?- chiede un perplesso Kyle?-

-Succede che mi toccherà saltare la cena.- replica in tono amaro Vivienne Michel.

 

 

5.

 

 

            Jill Harper ha un dilemma e non è uno facile da risolvere. Fino all’entrata in scena di Kestrel con Zoe Walsh non aveva dubbi: sarebbe stata alle costole di Texas Jack Muldoon per proteggerlo dal killer che avrebbe dovuto assassinarlo ma adesso si stava chiedendo se lei e gli altri non avessero sbagliato tutto. E se non fosse Muldoon il vero bersaglio, ma David Walsh o sua figlia?

            Lei può seguirne solo uno ma l’stinto le dice che trascurare gli altri potrebbe rivelarsi un grave errore. Le resta solo una possibilità.

            Mentre si alza dal tavolo si passa con noncuranza una mano tra i capelli sfiorando l’orecchino destro e sussurra:

-Elder, dove sei?-

<<Vicino al ristorante con Carter.>> risponde Chris Elder <<Che succede?>>

-Uno sviluppo imprevisto.-

            Jill spiega rapidamente la situazione poi aggiunge:

-Da quello che Zoe Walsh ha detto al padre, è stato un caso che lei e la sua amica Karen siano capitate nello stesso ristorante in cui lui e Muldoon stavano avendo la loro cena di lavoro, ma ovviamente non è stata affatto una coincidenza: Kestrel ha fatto in modo di trovarsi lì.-

<<Lo penso anch’io. Nel nostro lavoro coincidenze di questo genere semplicemente non esistono.>>

- La giovane Walsh non ne sapeva quasi certamente nulla. Non mi è sembrata molto contenta di essersi imbattuta nel padre, immaginava probabilmente un diverso tipo di serata… e forse l’avrà.-

<<Che intendi dire?>>

-Si stanno separando: Zoe e Kestrel intendono prendere un taxi insieme, Walsh ha fatto chiamare la sua auto e Muldoon ha detto che intende farsi una passeggiata digestiva fino al suo hotel.-

<<Non bisogna perdere di vista nessuno di loro. Tu segui Kestrel e la sua amichetta, io mi occupo di Walsh e Carter andrà dietro a Muldoon.>>

-Ricevuto. Provvedo e chiudo.-

            Jill esce dal ristorante in tempo per vedere Kestrel e Zoe Walsh salire su un taxi e senza perdere tempo balza a bordo di un altro in attesa dicendo:

-Segua quel taxi!-

-Come nei film?- ribatte il tassista -Lei chi è: una detective?-

-Sono quella che ti darà cento dollari oltre al prezzo della corsa se fai quello che ti ho chiesto.-

-Per duecento mi dimenticherò perfino di averla mai vista, Miss.-

            Jill sospira e comincia a frugare nella borsetta.

 

            Più ad ovest di El Paso, ad un fuso orario di distanza, nella città canadese di Vancouver, un uomo ed una donna sono seduti al tavolo di ristorante.

-Lavorare con Akihiro non è facile.- sta dicendo Heather McNeil -Non è affatto come suo padre: è… amorale.-

-Non sapevi che tipo fosse prima di ingaggiarlo?- le chiede Madison Jeffries, attuale leader di Alpha Flight nel ruolo di Guardian.

-Sapevo che era un mercenario e che è il figlio di Logan. Ho voluto offrirgli la stessa occasione che James ha offerto a suo padre. Come vorrei che James fosse qui. Mi manca da morire.-

            Madison stringe la mano di Heather. Sa che dovrebbe dirle che suo marito, James MacDonald Hudson, è ancora vivo, che ha finto la propria morte per sfuggire ad un’ingiusta accusa di omicidio ed ora si nasconde in un luogo che solo Wolverine conosce.[7] Dovrebbe ma ha giurato allo stesso Hudson di non farlo.

-Oggi Akihiro ha tentato di sedurmi usando il suo potere sui feromoni.- dice ancora Heather.

-Bastardo di nome e di fatto.- replica Jeffries 

-Per un momento ho voluto con tutta me stessa cedergli e non so se ce l’avrei fatta a resistere a quell’impulso se Vivienne Michel non l’avesse distratto.-

-Avrei una gran voglia di dargli una lezione.-

            Lei abbozza un sorriso e dice:

-Sei sempre un vero amico.-

            Mentre la sua mano è poggiata su quella di Heather, Madison Jeffries si sente doppiamente in colpa per i pensieri che gli si affastellano nella mente, per ciò che sente verso questa donna che un tempo voleva sposare. In colpa verso uno dei suoi migliori amici ed anche verso Lillian.[8] decisamente non è così perfetto come gli piacerebbe essere.

Quell’attimo è spazzato via quando il cellulare di Heather vibra. Lei sfila la mano da sotto quella di Madison e risponde:

-Cosa c’è, Agente Michel?-

Vivienne Michel la informa degli ultimi sviluppi e Heather informa a sua volta Jeffries.

-Qualcosa in comune con Logan quel giovanotto dopotutto ce l’ha: l’impulsività.- commenta lui.

-L’Agente Michel mi ha informata che tempo fa è riuscita ad inserire un localizzatore nella cintura del costume di Daken e pare che lui non se ne sia accorto. Ora lei lo sta seguendo e ci sta inviando i dati del GPS.-

-Allerto subito il resto della squadra. Se davvero quella Dakini può portarci a quel covo di assassini giapponesi, la faremo finita una volta per sempre con loro.-

 

            È stata una lunga corsa sulla moto di Dakini ma alla fine lei e Daken sono arrivati alla villa di Fuyumi Fujikawa.

-Ora dobbiamo entrare in qualche modo.- dice lei.

-Nulla di più facile.- ribatte Daken -Guarda!-

            Balza giù dalla moto e con assoluta tranquillità si avvia verso l’ingresso della villa dove ci sono due uomini armati che al vederlo fanno una faccia perplessa ma non reagiscono.

            Quando è a pochi centimetri da loro Daken fa un sorriso cattivo poi sguaina i suoi artigli e con un colpo deciso li sgozza entrambi.

            Mentre lo raggiunge, Dakini gli chiede:

-Come hai fatto?-

-Il mio potere sui feromoni.- spiega lui -In pratica li ho così rilassati che era come se non mi vedessero… finché non è stato troppo tardi.-

-Capisco. E adesso?-

-Adesso facciamo quello per cui siamo venuti qui: portiamo la guerra a casa del nemico.-

 

 

EPILOGO

 

 

Il Penitenziario Federale di Supermassima Sicurezza di Florence, Contea di Fremont, Colorado, noto anche come: ADX, Florence, Florence ADMAX o semplicemente Supermax, dal livello di sicurezza assegnatogli, è la prigione più sicura di tutti gli Stati Uniti dopo le due adibite alla detenzione di superumani. [9]

            Questo posto è stato costruito con un unico scopo: tenere imprigionati in totale isolamento detenuti ritenuti troppo pericolosi per scontare la loro pena in un istituto anche di “semplice” massima sicurezza. Qui ogni detenuto è in assoluto isolamento, ha una cella singola da cui esce solo per un’ora al giorno senza mai incontrare gli altri “ospiti”, i contatti con l’esterno sono praticamente inesistenti, con l’eccezione degli avvocati e naturalmente degli investigatori e assimilati anche se tenendo una buona condotta non è impossibile ottenere con il tempo qualche privilegio aggiuntivo a discrezione della direzione.

L’uomo veste la classica uniforme arancione dei detenuti americani ma è chiaramente di origine giapponese. È un boss della Yakuza che per motivi che lui stesso non ha voluto chiarire si è arreso alle autorità ed ha confessato i suoi crimini. È destinato a trascorrere dietro le sbarre il resto della sua vita e lo accetta con stoicismo tutto orientale.

Anche nel suo isolamento alcune notizie gli arrivano comunque ed è per questo che non appena la porta della sua cella si apre, lui si rivolge ai secondini venuti a prelevarlo per la sua “ora d’aria” dicendo:

-Voglio fare richiesta per un colloquio.-

-Ancora i tuoi avvocati, Akashi?- gli chiede il capo scorta.

-No.- risponde Masashiro Akashi -Si tratta di una giovane donna americana, anche se per metà giapponese. È una gallerista di New York e si chiama Ana Ishikawa.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’ AUTORE

 

 

            Non perdiamo tempo e passiamo subito alle note:

1)    Il titolo è preso da un film del 1972 interpretato da Charles Bronson e Jan-Michael Vincent e diretto da Michael Winner di cui è stato fatto un remake nel 2011 per la regia di Simon West con Jason Statham e Ben Foster.

2)    Dakini è stata creata da Gregory Wright & Ron Garney su Daredevil Annual #7 datato maggio 1991.

3)    Martin Ferris è stato creato da Richard K. Morgan & Goran Parlov su Black Widow Vol 3° #3 datato gennaio 2005.

4)    Gilberto Alcantara è stato creato da Scott Benson & su Moon Knight Vol. 5° #28 datato marzo 2009

5)    Zoe Walsh è stata creata da Christopher Yost & Khoi Pham su Scarlet Spider Vol. 2° #9 datato novembre 2012.

Nel prossimo episodio: la resa dei conti tra Daken e Fuyumi Fujikawa, una corsa contro il tempo per impedire un omicidio o forse due e molto altro, tra cui la nuova formazione di Alpha Flight.

 

 

Carlo

Carlo



[1] Forma teatrale tipica giapponese.

[2] Vedi ultimi due episodi.

[3] Un riassunto necessariamente succinto di eventi avvenuti negli ultimi due episodi.

[4] Royal Canadian Mounted Police, la Polizia Federale Canadese che svolge anche funzioni di Polizia Provinciale nella Columbia Britannica.

[5] Un metallo inventato dai russi che tra le sue caratteristiche ha anche quella di rallentare il fattore di guarigione in chi ne è dotato.

[6] Canadian Security Intelligence Service.

[7] Come visto su Alpha Flight Annual MIT #1.

[8] Alias Diamond Lil, membro di Alpha Flight, moglie di Madison Jeffries

[9] Che sarebbero la Volta e il Raft nel caso vi fosse sfuggito.